Albert Camus
Life Maze--> pennarello e penna biro su carta.

...anytime will do, I don't mind. Why should I be frightened of dying? There's no reason for it, you've gotta go sometime.Simple--> pennarello, trattopen, penna biro, matita bianca su carta.
Le idee talvolta, nel loro percorso di nascita e ripensamento, come la bava di un ragno si intrecciano in modo tale che se all'inizio difficilmente si sarebbe potuto scorgerle, in tutto quel turbinare assumono la parvenza e il pallido spessore di una ragnatela. Qualcuno se ne accorge. Solitamente un pensatore.
Immagino la genesi delle idee simile al percorso di vita delle farfalle. Minuscole e opache in origine, circondate da un guscio molliccio dal quale fuggono per andare a nutrirsi a dismisura e mettere da parte l'energia necessaria a vestirsi di seta. Poi immobili. Mummie in attesa. Finchè un giorno svegliandosi, capiscono di essere diventate un'altra cosa. Colorata, e capace di volare.
Forse ispirata dalle texture smussate e polimeriche dei '70, ancora vive nei ricordi delle tende di cucina della mia casa di bambina, ho sognato di uno strano alveare nel quale dimoravano delle api un po' hippies. In fin dei conti loro sono veramente figlie dei fiori, o forse è il contrario.
I fiumi si sono prosciugati ma non c’è una riga sulla sua fronte. Dice che non gli importa chi si salva è solo il dado che lanci, il qui ed ora e non è colpevole né spaventato. Un giorno sparirà, l’acqua fresca scorrerà ovunque nei fiumi e sulla terra. Lascia una tasca piena di sassi e non crede in altre vite.Una tasca piena di sassi--> trattopen e pennarello scarico.
Gli spigoli di una circonferenza ne rendono difficoltosa la rotazione. Ma oltre a questo le regalano un'altra forma. E più quegli spigoli sono differenti fra loro, più quella forma sarà dissimile da tutte le altre. E prossima all'unicità.
Strano Matematico Giardino. Uno di quei luoghi - non luoghi che nei sogni ti pare d'afferrare così bene, quasi comprensibile, come una formula matematica astratta che improvvisamente diventa concreta, che non è più soltanto un'idea ma diventa materia o immagine di essa. I sogni spesso sono questo. Giardini assurdi per piante bizzarre e particolari in cui ogni cosa pare avere una propria sensata, precisa, geometrica collocazione.
Come qualcosa di leggero ma profondamente ancorato, come certe piante più maestose nella terra che nell'aria, come fiumi sotterranei giganteschi, molto più del Nilo, come l'occhio del ciclone in cui ogni cosa è ferma...ma noi ci ostiniamo a credere il contrario. A volte mi domando se sia davvero più difficile osservare ciò che è meno apparente.
Non so bene se nel sogno di questa notte il rudere che faceva capolino dagli alberi di un bosco assomigliasse allo Strawberry Hill di Horace Walpole. E nonostante si presentasse come un'accozzaglia di stili ritrovatisi per caso a far salotto, in realtà sembrava meno finto di quanto non fosse. E, lo giuro, mi ha mozzato il fiato in un sentimento misto di stupore, meraviglia e sottile angoscia. Con un leggero sottofondo di muffa.Fantagotico--> pennarello, trattopen e penna biro su carta.
Nel tuo vento contemplo la curva di questo presente spiegarsi come le vele di navi addormentate e osservo i tuoi sguardi cambiare il colore del giorno come polvere d'ocra sottile a scaldare il sole imbronciato. Voce del sud e scirocco. Anche la luce è invidiosa di te.
Ho sognato di un uomo inchiodato ad un luogo che non sopportava e meditava, meditava, meditava. Morire di noia nella certezza di un luogo dal quale poteva vedere tutto senza poter sfiorare nulla, o gettarsi nel vuoto con la prospettiva di un bel volo farcito di adrenalina e con la speranza di sopravvivere all'impatto? Quanto pesa una certezza? E quanto speranza e prospettiva?
Quando ero piccola (e capricciosa come ora, forse meno), ogni tanto esaurita dall'enorme fatica che comporta essere bambini, proclamavo convinta la soluzione durante il pranzo. Generalmente tra il primo e il secondo. E convinta andavo nella mia cameretta (che invece era una camerona) e avvolgevo in un fazzoletto le cose necessariamente vitali per un cambio di casa: Un orsacchiotto di pezza e una paio di mutande. Dopodichè mi avviavo verso la porta, quasi sempre la varcavo, percorrevo l'equivalente di 15-20 passi (durante i quali evidentemente rivalutavo bene i pro e i contro di una fuga) e, immancabilmente facevo dietrofront...tornando in lacrime tra le braccia di mia mamma. Fonte: mia mamma.
Scappo di casa--> ecoline e matita su carta.
Remblankàda (rimbiancata) s.f . Il precipitare del sole dietro alle vette dolomitiche, in particolare del Catinaccio, che genera la scomparsa del giardino di rose di Re Laurin e, di conseguenza, il ritorno delle pareti da color brace accesa a tonalità luna anemica.(Dal dizionario Ladino/Italiano...più o meno).
Narciso era davvero così bello o si credeva tale perchè non aveva altro termine di paragone che se stesso? Aggiungiamo poi che a volte l'acqua si dimostra specchio clemente. Forse se si fosse innamorato della propria anima le cose sarebbero andate meglio e al posto di un bel fiore oggi sarebbe, forse eh, un buon racconto o un canto o chissà.. Qualcosa, comunque, di non misurabile con un pezzo di vetro argentato.
Lo stratagemma si rivelò utile, addirittura geniale, benchè dilatasse l'attesa in un gesto ripetuto fino allo sfinimento, sempre uguale e contrario a se stesso. Fermare il tempo in un'azione alienante vale un punto interrogativo sospeso sul futuro? O è solo necessità?
Sono quelli che combattono in prima linea, i più piccoli, provano l'ebbrezza di fare due passi in uno una sola volta e non dipende nemmeno da loro...progettano la rivolta e al momento di fare un balzo per acchiappare la coda di un uccello di passaggio la scagliano....E sognano d'essere alfieri.
Stanotte ho assistito alla rivolta degli scacchi capeggiati dai pedoni che, stufi, della solita visuale monocromatica alternata hanno deciso di partire avvalendosi del seguente piano:
Dopo la maledizione--> acquaforte.
Fare sogni strani e copiosi spesso appesantisce il sonno e anche il risveglio. La sveglia che suona, il buio invernale al mattino, la dannata escursione termica riemergendo dalle coperte, non sono esattamente in linea con l'atmosfera sospesa e straniante di un sogno. Certo, se si tratta di un incubo il discorso cambia, ci si rifugia nella realtà! I sogni ci parlano o siamo noi a parlare a noi stessi attraverso di loro? Sognamo assurdità perché abbiamo il disordine dentro oppure perché dentro di noi è tutto troppo ordinato? Vale la pena trovare un senso o il senso di un sogno sta nella sua indeterminatezza? Personalmente so solamente che io sogno in thecnicolor e in b/n indifferentemente.